
MERCATO DEL CAPO
Il mercato del Capo rappresenta uno dei mercati storici presenti a Palermo. Si classifica al terzo posto per importanza dopo il mercato Ballarò e il mercato Vucciria. Si accede al mercato da Porta Carini, una delle porte più antiche della città dallo stile neoclassico. Il mercato si estende lungo la via Carini e via Beati Paoli, la via di Sant'Agostino e la via Cappuccinelle; vi capiterà di notare nella zona alcuni vicoli dal nome stravagante, come via “Sedie volanti”, via “Scippateste o via “Gioia Mia”. Il mercato si differenzia per i suoi odori, i suoi colori e per la sua offerta commerciale. In tutto il mercato si trova merce di ogni tipo, dal pesce alla carne, dalle spezie ai prodotti esotici, dalla frutta ai capi d’abbigliamento in un background artistico e culturale dalle mille sfumature.

MERCATO DI BALLARÓ
È il più antico e grande mercato storico di Palermo. Il suo nome, probabilmente deriva dall’arabo “suq-‐alBalari”. Balarâ era un villaggio anticamente esistente presso Monreale, nelle vicinanze di Palermo, da dove provenivano i contadini e le mercanzie vendute nel suq al tempo della dominazione araba. Le sue vie, grandi e piccole, sono invase da mercanzia di ogni sorta, banconi di frutta, verdure, carni e pescato, illuminati fino al tramonto e protette da immagini di santi e defunti. Qui, è sempre un pullulare di colori, profumi e grida. Per richiamare l’attenzione dei passanti e promuovere i propri prodotti, i venditori, ricorrono alla tecnica delle “abbanniata”, frasi d’effetto, declamate a pieni polmoni… che confusione! Tra le mie strade oltre a comprare, si mangia anche di buon gusto: fritture di tutti tipi, cipolle e patate bollite o al forno, verdure lesse, pannocchie, panelle e crocchè, polpo bollito e tanti altri cibi tipici della cucina palermitana! Insomma si può dire che quello che oggi chiamate Street Food qui sia di casa già da molti secoli!

MERCATO DELLA VUCCIRIA
Il mercato più famoso della città, così bello che il siciliano Renato Guttuso lo ha immortalato in una grande dipinto. Anticamente era chiamato “Bucceria grande”. Il nome deriva dal termine francese “boucherie”, che vuol dire macelleria. È probabile, infatti, che in origine, ai tempi degli Angioini, i suoi venditori si dedicassero solo al commercio della carne. Con il passare del tempo ho subito diverse modifiche. Nel 1783, per volere del viceré Caracciolo, hanno costruito portici, successivamente murati, per ospitare i venditori. La sua vicinanza al porto, ha fatto si che nel tempo venissero costruite le logge, sedi amministrative, dei vari mercanti stranieri. Lì commerciavano mercanti genovesi, amalfitani, pisani, catalani, etc. Oggi si vende un po’ di tutto carne, frutta, pesce e cibi già cucinati, come crocchè, panelle e stigghiole! Alcuni di questi prodotti vengono esposti su lastre di marmo chiamate “balate”. Di recente, inoltre, diversi artisti mi hanno arricchito con installazioni.